Epidurale: una scelta possibile e consapevole a Carpi

Per le donne che partoriranno presso il punto nascita di Carpi è previsto un corso informativo, gratuito ed in presenza, al fine di approfondire le metodiche farmacologiche e non farmacologiche di contenimento del dolore in corso di travaglio di parto.

I corsi si svolgeranno il terzo mercoledì di ogni mese alle ore 14:45, presso la sala riunioni degli ambulatori di Ostetricia e Ginecologia al primo
piano del Ramazzini.

Per partecipare è necessario iscriversi compilando il form disponibile in questa pagina e scegliendo la data in cui partecipare.
Al raggiungimento del numero massimo dei posti disponibili le ostetriche del Punto Nascita di Carpi invieranno una e-mail di conferma alle partecipanti.

E’ raccomandata la partecipazione al corso, ma non obbligatoria per poter accedere al percorso di parto analgesia.

Per acquisire tutte le informazioni sul controllo del dolore nel travaglio di parto con epidurale, entro l’ottavo mese di gravidanza è necessario:

  • se non si partecipa al corso previstoprendere visione dei testi e dei documenti seguenti, prodotti dall’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia e dall’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Carpi;
  • eseguire gli esami del sangue e l’elettrocardiogramma, presso l’ambulatorio gravidanza a termine dell’Ospedale di Carpi il giorno dell’apertura della cartella clinica.

L’epidurale è la procedura analgesica farmacologica più efficace e sicura per ridurre il dolore da travaglio di parto.
Tutto questo percorso intende dare alle future mamme la massima informazione senza alcun obbligo ad eseguire l’epidurale: la scelta sarà consapevole e libera.

L’analgesia epidurale consiste nell’iniezione di un farmaco anestetico nella zona lombare, nel fondo della schiena, attraverso un sottilissimo catetere, cioè un tubicino morbido e sottile, che viene fissato con un apposito cerotto. Questo tipo di analgesia determina la riduzione del dolore in pochi minuti, lasciando inalterata la sensibilità cutanea, la libertà di movimento e la sensazione della contrazione, che continua ad essere percepita, ma non con la stessa intensità. La capacità di spinta non viene alterata, quindi la donna può partorire partecipando in modo attivo e spontaneo.

Per prima cosa si effettua una fleboclisi: in una vena superficiale braccio della mamma viene inserito un ago-cannula attraverso il quale è possibile somministrare – in maniera continuativa e lenta – acqua, medicinali e altre eventuali sostanze liquide ritenute utili.
La mamma viene poi sistemata in una posizione che favorisca l’esecuzione della procedura: seduta con la schiena piegata in avanti o distesa sul fianco in “posizione fetale”.
Il medico anestesista, dopo aver disinfettato la cute della zona lombare (fondo della schiena), inietta un anestetico locale in modo che la paziente non senta dolore durante l’esecuzione dell’epidurale.
Solo a questo punto viene eseguita l’anestesia epidurale: l’anestesista inserisce nel canale spinale (vicino ai nervi che portano il dolore proveniente dall’utero) un ago-cannula con un catetere, cioè un tubicino morbido e sottile attraverso il quale vengono ripetutamente infusi i farmaci antidolorifici e anestetici durante il travaglio.
Mentre l’epidurale comincia a fare effetto, l’ostetrica controlla la pressione del sangue a intervalli regolari. Solitamente ci vogliono circa 25 minuti affinché l’anestesia faccia effetto e il dolore diminuisca. Talvolta, però, potrebbe non funzionare perfettamente da subito ed potrebbe essere necessario ricorrere a qualche piccolo aggiustamento.
Per quanto non sia facile rimanere ferme durante le contrazioni è fondamentale rimanere il più ferme possibile fino a quando l’anestesista non avrà posizionato il tubicino. La collaborazione della mamma durante questa procedura è fondamentale per aiutare l’anestesista a non pungere la membrana che avvolge il midollo spinale evitando il mal di testa dopo il parto.
Non appena l’anestesista avrà posizionato il tubicino, la mamma potrà muoversi liberamente assecondando i ritmi del proprio corpo.

Quando la mamma lo richiede. La maggior parte delle donne può sottoporsi all’epidurale, ma in qualche non può essere praticata.
Se il travaglio è lungo o complicato, l’ostetrica o il ginecologo potrebbero consigliarla per aiutare la mamma e il bambino.
In genere nella primipara (cioè la mamma che affronta il primo parto) l’analgesia viene eseguita quando il travaglio è ben avviato, in assenza di sofferenza fetale e con una dilatazione del collo uterino di almeno 4-5 cm (condizioni indispensabili alla normale progressione del parto con analgesia).
Nelle donne che hanno già avuto precedenti parti, invece, si può eseguire più precocemente.
In ogni caso, l’epidurale viene effettuata solo dopo la valutazione ostetrica ed il parere del ginecologo poichè alcune situazioni che si verificano durante il travaglio potrebbero ritardare o controindicare l’esecuzione dell’epidurale.

Non è possibile eseguire l’epidurale alle donne che:

  • presentano gravi malattie emorragiche
  • sono sottoposte terapie anticoagulanti
  • presentano infezioni generalizzate o localizzate nel punto di posizionamento del cateterino

Il colloquio preventivo con l’anestesista è fondamentale per valutare lo stato di salute della paziente e per darle tutte le informazioni necessarie a compilare il modulo di acquisizione del consenso informato. La sottoscrizione del modulo, non modulo non vincola in nessun modo la donna all’esecuzione dell’anestesia.

  • aiuta a contenere il dolore, senza provocare perdita di sensibilità o pesantezza alle gambe. In altre parole, alla mamma è garantita la possibilità di muoversi liberamente e camminare anche dopo essere state sottoposte ad anestesia epidurale
  • non dovrebbe provocare nausea o sonnolenza e, in genere, non ritarda lo svuotamento dello stomaco
  • a volte può provocare una caduta della pressione della mamma, motivo per cui prima di eseguire la procedura viene messa una fleboclisi (ago-cannula inserito nel braccio che permette la somministrazione di liquidi)
  • potrebbe provocare brividi iniziali, che di solido cessano rapidamente
  • può prolungare il secondo stadio del travaglio e diminuire il “bisogno di spingere”; ma un po’ alla volta l’utero spingerà comunque fuori il bambino. In qualche caso potrebbe comunque essere necessario il ricorso alla ventosa per estrarre il bambino
  • diminuisce molto lo stress del travaglio, minimizzando gli effetti negativi sul bambino
  • non interferisce con la possibilità di allattamento al seno
  • potrebbe provocare mal di testa (probabilità di 1 caso su 100) che può ovviamente essere curato
  • non provoca mal di schiena di lunga durata, ma è possibile che persista un dolore localizzato nel punto in cui è stato inserito il catetere per un paio di giorni dopo il parto.Ilmal di schiena è comune durante la gravidanza e spesso continua anche dopo, nella fase del puerperio
  • circa una madre su 2.000 avverte pizzicore o formicolii lungo una gamba dopo il parto; questi sintomi sono probabilmente dovuti al parto stesso, piuttosto che all’epidurale. Altri, più seri problemi capitano ancor più raramente.

Se si rende necessario un intervento, come ad esempio un parto cesareo o un parto con la ventosa, è possibile utilizzare il catetere precedentemente inserito per può iniettare un anestetico locale più forte o altri farmaci antidolorifici, così da somministrare un’anestesia adeguata.
Questa tecnica, che permette di evitare l’anestesia generale spinale, è più sicura sia per la mamma che per il bambino.

Con l’anestesia spinale i farmaci anestetici vengono iniettati più profondamente, direttamente nel liquido che circonda i nervi del midollo spinale, quindi agisce molto più rapidamente rispetto all’epidurale. L’ago utilizzato è più sottile, riducendo così il rischio di mal di testa, e non si posiziona alcun tubicino di plastica. È però un tipo di anestesia che, al contrario dell’epidurale, oltre a togliere il dolore, toglie anche la sensibilità tattile, motoria e termica dall’ombelico in giù (non si sentono e non si riescono a muovere le gambe). In alcuni ospedali anche la spinale, da sola o combinata all’epidurale, viene utilizzata per alleviare il dolore durante il travaglio e il parto mentre è comunemente impiegata per il taglio cesareo.

L’analgesia epidurale sarà comunque effettuata solo dopo la valutazione ostetrica ed il parere favorevole del ginecologo: infatti alcune situazioni ostetriche che si verificano durante il travaglio potrebbero ritardarne o controindicarne l’esecuzione.

Per eventuali ulteriori informazioni è possibile contattare l’ambulatorio della gravidanza a termine dell’Ospedale di Carpi telefonando al numero 059 659545, dal lunedì al venerdì dalle ore 12:00 alle 13:30.

Documenti utili

Ricorda che:

firmerai il modulo di acquisizione del consenso informati solo dopo esserti confrontata con le ostetriche ed il medico che, durante l’apertura della cartella c/o l’ambulatorio gravidanza a termine del Punto Nascita di Carpi, ti avranno fornito tutte le informazioni del caso e avranno risposto ad eventuali dubbi.
La sottoscrizione del modulo, non modulo non ti vincolerà in nessun modo all’esecuzione dell’anestesia, sei sempre libera di scegliere!

Questa pagina ti è stata utile? Hai trovato le informazioni che cercavi?

Grazie per il feedback!

feedback
Seleziona un'opzione
Commento
Compila questo campo