Newsletter epidemiologica n.4 - 17 Maggio 2013
A cura del Servizio Epidemiologia e Comunicazione del rischio
Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
Numero speciale di Modena In Salute dedicato alla prevenzione dell'ipertensione arteriosa realizzato in occasione della IX Giornata Mondiale contro l'Ipertensione.
Sommario:
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:
- Servizio Epidemiologia e Comunicazione del rischio
- Servizio Igiene, Alimenti e Nutrizione, Unità Operativa Semplice Nutrizione
Si stima che in Italia ci siano circa 15 milioni di ipertesi, di cui solo uno su quattro è curato in modo ottimale. Secondo le stime ISTAT, annualmente muoiono per patologie cardiovascolari legate all'ipertensione circa 280 mila persone.
L'ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per molte patologie croniche. La sua prevenzione e trattamento, a livello di popolazione, ha dei risultati in termini di riduzione di mortalità e di disabilità elevatissimi. Evidentemente questo si traduce anche un notevole risparmio economico non solo in termini di spesa sanitaria ma anche e soprattutto per quanto riguarda i costi sociali.
Come indicato già più di venti anni fa un importante studio di Stamler, la riduzione di soli 2 mmHg della pressione arteriosa sistolica media (PAS) riduce la mortalità complessiva del 3%, 6% per i soli ictus, valori che salgono rispettivamente al 7 e al 14% con una riduzione di 5mmHg della PAS media.
L'Istituto Superiore di Sanità ha calcolato che i progressi nell'assistenza sanitaria e nel controllo dei fattori di rischio hanno fatto risparmiare in Italia, nel ventennio tra il 1980 ed il 2000, circa 43.000 decessi per patologie coronariche. Ben un quarto di loro (25%) sono attribuiti al controllo dei fattori di rischio dell'ipertensione; aggiungendo anche il controllo di tutti gli altri fattori di rischio come ipercolesterolemia, sedentarietà e abitudine tabagica, il miglioramento degli stili di vita ha contribuito per il 58% a questo risparmio. Quelli attribuiti ai trattamenti sanitari, nel loro insieme, sono invece il 40%. Si può concludere quindi che le azioni di prevenzione primaria sono quelle che potenzialmente possono contrastare maggiormente gli effetti sulla salute dell'ipertensione arteriosa.
Nel 2011 in provincia di Modena le malattie dell'apparato circolatorio, come in Italia e nella regione Emilia-Romagna, rappresentano la principale causa di morte sia per le donne che in totale (36%), per un totale di 2.503 decessi (56% donne).
Tra il 1981 ed il 2011 si osserva una forte riduzione della mortalità dell'apparato circolatorio in termini di tassi standardizzati sia maschili che femminili per quanto riguarda l'infarto miocardico acuto e i disturbi circolatori dell'encefalo. Sempre in calo, ma con una pendenza meno accentuata, la mortalità per malattie ischemiche del cuore.
L'analisi delle banche dati sanitarie stima per l'anno 2010 in circa 1.200 i nuovi casi di infarto acuto del miocardio (pari a circa 170 casi per 100.000 abitanti) e in 24.000 persone affette da cardiopatie ischemiche (rispettivamente pari a 3,4 per 100 abitanti).
Dai dati PASSI relativi al quadriennio 2008-2011 riferisce di aver avuto da un medico diagnosi di ipertensione arteriosa il 22% degli adulti con 18-69 anni residenti in provincia di Modena, stima che corrisponde a circa 103.000 persone.
Il dato di Modena è in linea con i valori regionali e nazionali (entrambi 21%).
L'86% dei modenesi intervistati nel periodo 2008-2011 riferisce di aver misurato la pressione arteriosa nei due anni precedenti mentre il 14% dichiara di non averla mai misurata o di averlo fatto per l'ultima volta più di due anni fa, valori identici a quelli regionali.
Il valore modenese della misurazione della pressione arteriosa negli ultimi due anni risulta in linea con il dato registrato nel pool di ASL partecipanti al sistema PASSI nel quadriennio 2008-2011 (83%). In Italia si osservano differenze statisticamente significative a sfavore per lo più delle regioni meridionali (range: 88% Liguria - 59% Basilicata).
L'ipertensione è una condizione abbastanza frequente che aumenta con l'età, colpisce prevalentemente le persone in eccesso ponderale, quelle con un basso titolo di studio e i cittadini italiani. Queste associazioni sono confermate anche dal modello logistico, che corregge l'influenza reciproca delle variabili, in particolare quelle legate al genere e all'età
A livello geografico la prevalenza di ipertesi risulta più elevata nei comuni di montagna rispetto a tutto il resto del territorio provinciale, anche se la differenza non è statisticamente significativa. Non emergono differenze rilevanti invece fra le aree distrettuali della provincia.
L'ipertensione può essere trattata sia con farmaci che attraverso consigli forniti dal medico volti a modificare e migliorare lo stile di vita.
In provincia di Modena, il 70% degli ipertesi dichiara di essere in trattamento farmacologico, valore vicino a quello regionale (73%).
Elevata è l'attenzione dei medici modenesi allo stile di vita dei loro pazienti ipertesi: complessivamente, ad una quota compresa tra il 75 e il 78% di loro è stato consigliato di ridurre il consumo di sale negli alimenti, di svolgere una regolare attività fisica e di perdere o mantenere costante il peso corporeo, valori sostanzialmente in linea quelli regionali.
Gli italiani consumano troppo sale!
Secondo i risultati preliminari del progetto Minisal-Gircsi, raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità attraverso l'Health Examination Survey (HES) in 15 Regioni italiane, l'eliminazione di sodio nelle urine delle 24 ore è quasi il doppio rispetto al valore raccomandato dall'OMS (5 gr/die) in tutte le regioni italiane.
In particolare, la survey edizione 2008-2009 ha rilevato che a Modena nelle persone tra 35 e 74 anni l'escrezione urinaria di sodio è risultata pari a 10,7 g/24h negli uomini e 8,4 nelle donne.
L'ipertensione si può prevenire seguendo alcune semplici regole di comportamento:
Il consumo di sale può essere limitato attraverso alcuni accorgimenti:
L'Azienda USL di Modena inoltre, attraverso materiale informativo, contribuisce a diffondere alcune indicazioni pratiche dirette ai consumatori per una scelta consapevole di alimenti meno ricchi in sale per i diversi pasti della giornata mutuando gli slogan della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) "Meno sale più salute nei pasti fuori casa" e "Troppo sale danneggia la nostra salute".
Per favorire la riduzione dell'apporto alimentare di sale, la Regione Emilia-Romagna ha firmato un accordo con le principali associazioni di panificatori emiliano-romagnole (Unione Regionale Panificatori, CNA, Confartigianato Imprese Emilia-Romagna) per la produzione di pane con un quantitativo di sale non superiore all'1,7% del peso della farina e che sarà riconoscibile grazie al cuore sorridente del marchio "Guadagnare salute" del Ministero della Salute, promotore del progetto su scala nazionale. Rispetto al pane abitualmente in commercio la riduzione di sale è di circa il 15%, tale da non cambiarne il sapore, ma da produrre nel tempo effetti positivi sulla salute visto che si tratta di un prodotto consumato quotidianamente.
In provincia di Modena, per una corretta ed efficace prevenzione cardiovascolare e dell'ipertensione sono in atto diverse azioni. In particolare si segnalano quelle previste dal:
Numerose sono le azioni in atto per migliorare gli stili di vita della popolazione, molte delle quali puntano su un coinvolgimento attivo della cittadinanza.
Per quanto riguarda in particolare la corretta alimentazione e la regolare attività fisica, è noto che la maggiore probabilità di radicare sani comportamenti si ottiene intervenendo fin dall'infanzia, con il fondamentale contributo della famiglia, della scuola e, più in generale, dell'intera comunità locale. Infatti, una comunità orientata a scelte salutari, rafforza la fiducia di ciascuno sull'efficacia degli sforzi intrapresi per migliorare la propria salute. Da questa convinzione sono stati attivati dall'anno 2005 in provincia di Modena Progetti di Comunità per promuovere sane abitudini alimentari e motorie attualmente attivi in 7 territori, che riguardano oltre 10.000 bambini e ragazzi, altrettante famiglie, con una ricaduta diretta o indiretta su circa 100.000 persone.
Va inoltre sottolineata la Prescrizione dell'attività fisica, un'altra azione in corso di sperimentazione anche presso l'AUSL di Modena. Considerato l'effetto benefico svolto dall'attività fisica per la riabilitazione, il recupero e la prevenzione di ricadute in soggetti affetti malattie cardiovascolari e dismetaboliche, l'iniziativa prevede la presa in carico da parte del Sistema Sanitario Regionale di soggetti con patologie sensibili all'esercizio fisico, che quindi viene prescritto alla stregua di un farmaco, nell'ambito di una collaborazione fra medici specialisti e Medici di Medicina Generale o Pediatri di Libera Scelta.
La somministrazione, cioè il concreto svolgimento, dell'esercizio fisico adattato (EFA) avviene in ambito SSR solo per le persone che presentano un quadro più complesso, e per il tempo necessario all'autonomia e alla sicurezza del paziente; al di fuori di queste situazioni, quindi nella maggior parte dei casi, la fase della somministrazione dell'esercizio fisico avverrà al di fuori dell'ambito di intervento del Servizio Sanitario, ma con modalità e in strutture riconosciute e legate da partnership con le AUSL.
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