Newsletter epidemiologica n.5 - 26 Novembre 2013
A cura del Servizio Epidemiologia e Comunicazione del rischio
Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena
Sommario:
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:
- Servizio Epidemiologia e Comunicazione del rischio
- Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche
I suicidi all'anno nel mondo sono circa un milione, con un tasso di mortalità di 14,5 su 100 mila abitanti, e rappresentano il 3% delle cause di morte. Diversi milioni sono invece i tentativi di suicidio che vengono compiuti ogni anno: si stima che, per ogni persona suicida, siano 20 o più quelli che tentano di porre fine alla propria vita. In molti Paesi industrializzati togliersi la vita costituisce la seconda o terza causa di morte tra gli adolescenti e i giovani adulti; l'Oms stima che per il 2020 il numero di suicidi potrebbe aumentare fino a raggiungere quota un milione e mezzo all'anno.
Molti sono i fattori di rischio che influenzano la condotta suicidaria: isolamento sociale, disoccupazione, perdita di status sociale o di prospettive, condizioni psichiatriche, lutti recenti, diagnosi recente di grave malattia, pregresse condotte suicidarie, abuso di sostanze, familiarità, storia di abusi, sesso maschile, condizione single, accesso a mezzi idonei, gravi malattie.
In Italia il fenomeno suicidario è in aumento (+12% negli ultimi 7 anni), con un picco che ha interessato soprattutto la popolazione in età lavorativa tra 25 e 60 anni. Molto a rischio sono però anche i giovanissimi, soprattutto gli under-14, con disagi spesso legati a condizioni personali e/o familiari.
Secondo la rilevazione Istat "Decessi e cause di morte", nell'anno 2010 tra i residenti in Italia si sono tolte la vita 3.876 persone e il 78% erano uomini. La mortalità per suicidio cresce cresce in funzione dell'età e in maniera diversa in base al genere: le donne registrano un aumento più lieve e costante, molto più marcato invece per gli uomini soprattutto a partire dagli anni del pensionamento quando si riducono le interrelazioni sociali ed economiche che, associate ad un peggioramento delle condizioni di salute legate all'invecchiamento, li rendono soggetti a rischio. Si osservano infatti 14 suicidi ogni 100.000 abitanti maschi di 65-69 anni fino a raggiungere un picco di circa 46 suicidi ogni 100.000 over 95enni, a fronte di una punta massima di circa 5 suicidi ogni 100.000 abitanti tra le donne di 70-75 anni.
Nel triennio 2009-2011 in provincia di Modena mediamente si sono suicidate 55 persone all'anno (pari allo0,8% sul totale dei decessi) così suddivisi per classi di età: 19% appartenevano alla classe 0-39 anni, 33% a quella 40-64 anni, 27% erano 65-79enni e 21% avevano 80enni e più.
Nel 2011 il tasso standardizzato di mortalità provinciale è di 7,4 suicidi per 100.000 abitanti, valore simile a quello della regione Emilia-Romagna (7,6 x 100.000 ab); presenta un andamento decrescente e con valori inferiori o simili a quelli regionali per quasi tutto il periodo osservato. Entrambe le serie storiche sono superiori a quella nazionale (6,0 x 100.000 ab. nel 2010).
Poichè diversi studi mostrano un'associazione tra crisi economica e andamento dei suicidi, sarà importante monitorare nei prossimi anni questo dato che, al momento, in provincia di Modena non sembra essere molto evidente.
La presenza di sintomi depressivi, soprattutto dopo i 64 anni, è una condizione frequente e spesso grave, specialmente se contemporanea ad altre patologie, in quanto causa un disagio clinicamente significativo e socialmente rilevante associandosi al suicidio più spesso che in altre età.
Dai dati delle sorveglianze di salute della popolazione adulta e anziana si osserva che le prevalenze dei sintomi depressivi in provincia di Modena e regione Emilia-Romagna non differiscono significativamente tra loro, ma sono entrambi superiori a quelli nazionali soprattutto nella fascia 18-49 anni.
I sintomi depressivi nella popolazione 18-69enne sono più riferiti dalle donne, dalle persone con molte difficoltà economiche e da quelle con patologie croniche; non ci sono particolari differenze di età fino a 70 anni quando si nota un aumento delle persone che riportano tali sintomi sia a livello provinciale, regionale e nazionale (rispettivamente 17%, 22% e 23%).
Contestualmente, una quota rilevante di persone tende a non percepire la necessità di curarsi.
In Emilia-Romagna, il 41% dei 18-69anni con sintomi depressivi riferiti non chiede aiuto ad alcuna figura di riferimento sanitaria o a un familiare; in particolare il comportamento è maggiormente diffuso tra gli uomini (53%) e le persone con basso livello di istruzione (42%).
L'isolamento sociale è una condizione molto importante per le implicazioni di natura psicologia, es. la depressione, e di cura come l'attenzione per la vita quotidiana dell'anziano e i suoi bisogni. Secondo l'indagine PASSI d'Argento, nel 2012 in Emilia-Romagna il 17% degli ultra 64enni è a rischio di isolamento sociale: in modo particolare il 12% delle persone di età 65-74 anni e il 22% dei 75enni e oltre, in una settimana normale, non partecipano a incontri collettivi o incontrano altre persone anche solo per fare quattro chiacchere.
Il 22% degli ultra 64enni dichiara di vivere solo, fenomeno che riguarda prevalentemente le donne e ancor di più se di età 75 anni e oltre (37%).
Il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 (PRP), prorogato al 31/12/2013, prevede la realizzazione di uno studio pilota che riguarda la prevenzione delle condotte suicidarie nella popolazione a rischio. Il programma si costituisce di due progetti:
In quest'ambito, nel maggio scorso, la Regione Emilia-Romagna ha realizzato un seminario su La prevenzione del suicidio. Azioni, raccomandazioni, esperienze per presentare ai professionisti della salute il progetto regionale di prevenzione dei suicidi insieme alle raccomandazioni per la prevenzione del suicidio in ospedale e nel territorio.
Il Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche (DSM-DP) dell'Azienda Sanitaria di Modena, in coerenza con quanto previsto dal piano regionale della prevenzione e in collaborazione con il Dipartimento Cure Primarie, ha organizzato eventi formativi distrettuali con la partecipazione dei Medici di Medicina Generale, degli psichiatri dei Centri di Salute Mentale e degli psicologi della Psicologia Clinica. Nel corso di questi incontri di formazione sono state diffuse e discusse: le "RACCOMANDAZIONI PER LA PREVENZIONE DELLE CONDOTTE SUICIDARIE NEL TERRITORIO", elaborate in sede regionale e le "RACCOMANDAZIONI PER L'APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA DEGLI ANTIDEPRESSIVI", elaborate a livello aziendale.
Il DSM-DP ha predisposto una formazione aperta ai dirigenti medici e al personale infermieristico dei Dipartimenti Ospedalieri, volta alla diffusione delle "RACCOMANDAZIONI PER LA PREVENZIONE DELLE CONDOTTE SUICIDARIE IN OSPEDALE" , all'implementazione del corretto flusso informativo degli Eventi Sentinella, in particolare l'evento suicidario, e al miglioramento delle modalità compilative delle Schede ISTAT con morte causata da suicidio.
Poiché la popolazione delle persone in carico ai servizi territoriali del DSM-DP presenta un rischio suicidario maggiore rispetto alla popolazione generale, si stanno rilevando e valutando tutti i casi di suicidio delle persone precedentemente assistite dai servizi territoriali del DSM-DP, in collaborazione con il servizio di Epidemiologia e Comunicazione del Rischio dell'Azienda.
E' stata la guarigione il filo conduttore della terza edizione di Màt, Settimana della salute mentale, in programma a Modena e provincia dal 18 al 25 ottobre 2013, con un programma ricco di eventi distribuito su tutta la provincia.
Una scelta fortemente caratterizzante che consente di affrontare e cercare di smontare, pezzo dopo pezzo, uno dei più seri e radicati pregiudizi sulla malattia mentale, il mito della inguaribilità.
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