Il comparto dell'agricoltura, silvicoltura, zootecnia e attività connesse è notoriamente caratterizzato, sia a livello nazionale che a livello locale, da alcune specificità organizzative e strutturali che lo rendono del tutto peculiare. E' costituito infatti da un numero elevatissimo di aziende (circa 12.000 in Provincia di Modena), per lo più piccolissime, spesso a conduzione familiare, ormai da anni afflitte da gravi cadute di redditività, con livelli organizzativi e di consapevolezza imprenditoriale mediamente bassi.
A fronte di tali difficoltà strutturali le lavorazioni che vi si svolgono sono invece spesso caratterizzate da elevati livelli di rischi infortunistici (legati alle caratteristiche dei terreni coltivati, delle macchine utilizzate, spesso obsolete o mancanti di sistemi di protezione) e tecnopatici (frequenti operazioni manuali ripetitive, esposizioni a condizioni climatiche non controllabili e a volte estreme, rischi di natura chimica, fisica, biologica).
Tutte le indicazioni programmatiche nazionali e regionali (Piano Nazionale e Regionale Agricoltura e Silvicoltura, Piano Nazionale e Regionale della Prevenzione 2014-2018) convergono nell'indicare la strategicità degli interventi di prevenzione nel settore, individuando azioni di vigilanza e di assistenza (informazione, formazione, promozione).
In quest'ultimo ambito si colloca il progetto regionale, in cui si inserisce lo studio che segue, finalizzato allo studio dell'esposizione a fitosanitari in alcune delle più diffuse coltivazioni dei diversi territori della regione, fornendo informazioni utilizzabili nell'ambito della Valutazione dei Rischi prevista per ogni Azienda dall'art. 223 del Titolo IX del D.Lgs. n. 81/08 (Sostanze Pericolose) e indicazioni di prevenzione organizzative, tecniche e procedurali alle quali attenersi nello svolgimento della lavorazione suddetta.
Ad oggi le coltivazioni studiate sono quella del pomodoro in campo aperto, dell'uva e delle pere.