L’impegno condiviso di AUSL Modena, medici di famiglia e specialisti sull’appropriatezza delle prestazioni

Rinnovo e rimodulazione dell’Accordo con i medici di medicina generale per garantire l’appropriatezza e monitoraggio costante delle prescrizioni. Riconoscimenti economici tratti da fondi già destinati ai medici. Contemporaneamente, lavoro con gli specialisti ospedalieri, in una condivisione di obiettivi con l’intera comunità professionale

Prescrivere visite ed esami giusti, per i pazienti giusti, ovvero quelli che ne hanno necessità, significa usare in modo responsabile ed efficiente le risorse sanitarie: è dentro a questo orizzonte che l’Azienda USL di Modena ha siglato un accordo innovativo con i Medici di Medicina Generale (MMG), rappresentati dalla FIMMG, per promuovere l’appropriatezza delle prescrizioni di prestazioni specialistiche e diagnostiche.
Al centro dell’accordo, che sarà presentato il 27 novembre in una conferenza stampa, sono stati posti precisi obiettivi, condivisi coi MMG, il cui raggiungimento viene premiato non solo dal punto di vista economico, ma anche mettendo a disposizione degli ambulatori strumenti diagnostici che consentono di dare risposta ai bisogni di bassa complessità, quelli più frequenti e per i quali non è sempre necessario il ricorso a una visita specialistica. Con una particolare attenzione alle medicine di gruppo che non dispongono di attrezzature e che hanno professionisti già formati all’utilizzo, oltre alle aree particolarmente disagiate, al fine di migliorare la capacità di risposta dei singoli territori.

Il fenomeno dell’inappropriatezza continua a rappresentare un elemento che incide notevolmente sulla capacità del sistema di garantire equità nell’offerta delle prestazioni, con il rischio che queste non siano utilizzate da chi ne ha veramente bisogno. L’accordo siglato in settembre e modificato a fine ottobre con un “addendum” per accompagnare il percorso insieme ai medici e agli specialisti, prende origine proprio dai criteri nazionali e regionali di appropriatezza, parametri che forniscono in modo puntuale le indicazioni sull’esecuzione delle prestazioni, ma che non sempre vengono rispettati: quali visite o esami sono necessari a quella tipologia di paziente, quando e perché. Molti medici già le rispettano ma, prendendo ad esempio 12 prestazioni tra le più “critiche”, esistono notevoli discrepanze tra un professionista e l’altro: a parità di pazienti, c’è chi in un anno prescrive 30 visite urologiche e chi 70, e dunque la possibilità per i medici di confrontarsi con un valore mediano offre una indicazione se quanto stanno prescrivendo è troppo o, in alcuni casi, troppo poco. L’impegno al rispetto dei criteri è stato richiesto allo stesso modo ai medici specialisti, che inviano i pazienti ai medici di medicina generale con la richiesta di effettuare esami: il lavoro in corso infatti è unico e congiunto con tutti i professionisti che effettuano le prescrizioni.

Allo scopo, è stata attivata una piattaforma digitale aziendale che consentirà ai medici di monitorare le proprie prescrizioni e confrontarsi con i benchmark provinciali: tramite il monitoraggio di diversi profili di pazienti, si forniscono così ai medici informazioni di confronto per analizzare anche dove le stesse risorse vengono utilizzate in modo differente.

“Dobbiamo garantire un uso responsabile delle risorse sanitarie che oggi più che mai sono sottodimensionate rispetto alla domanda – chiarisce il Direttore generale Mattia Altini –. Per questo, mentre noi ci impegniamo a garantire l’offerta ai nostri cittadini, abbiamo anche il dovere di assicurarci che queste prestazioni vadano alle persone giuste, cioè ai pazienti che he hanno davvero bisogno, perché ogni esame inappropriato viene tolto a qualcuno che invece ne avrebbe necessità. Siamo partiti analizzando gli iperconsumi di prestazioni su cui è urgente intervenire, ma l’obiettivo non è indurre i medici a prescrivere indiscriminatamente ‘meno’. Bensì fornire strumenti e dati per valutare, come singoli e come comunità professionale, come e dove si può prescrivere ‘meglio’, incentivando ad essere virtuosi”. Anche quando ciò significa dover spiegare a un cittadino che l’esame che sta chiedendo non è veramente necessario, che è una parte molto difficile della relazione medico-paziente.
“Dietro questa operazione c’è il concetto di alleanza tra gli attori del sistema, Aziende sanitarie, medici di medicina generale e specialisti, per un uso appropriato delle risorse del sistema, un’alleanza fondata sul confronto e su un metodo di letteratura internazionale che parte dall’analisi degli accadimenti e dal feedback dei professionisti, uno strumento di miglioramento che ha funzionato in tutti i settori in cui è stato applicato. Infine, quando si dice di prescrivere la cosa giusta al paziente, questo non significa per forza ridurre le attività ma in talune circostanze, anche aumentarla.
Siamo convinti – conclude – che il coinvolgimento diretto dei professionisti e il monitoraggio costante siano la chiave per migliorare la qualità dell’assistenza ai cittadini, e i medici ce lo hanno dimostrato aderendo con convinzione a questa proposta”.

L’accordo
Nei presupposti dell’Accordo collettivo nazionale dei medici è posta al centro l’appropriatezza, sia nella clinica che nell’attività di prescrizione di visite ed esami, declinata nel perseguimento di un utilizzo appropriato delle prestazioni, anche a seguito della partecipazione a percorsi finalizzati alla stesura di protocolli e linee d’indirizzo regionali.
In questo percorso si inserisce la delibera, adottata dal Direttore Generale Mattia Altini il 28 ottobre 2025 come “addendum” a quella già adottata lo scorso 5 settembre, che introduce un sistema di monitoraggio costante, volto a valorizzare il ruolo dei medici di base nella gestione responsabile delle risorse sanitarie.
A partire dal 2025, i medici che mantengono il numero di esami specialistici prescritti entro una certa soglia rispetto alle prescrizioni del 2024 riceveranno, nell’ambito di fondi che erano già a loro destinati, 1,2 euro per ogni assistito all’anno. L’accordo riguarda dodici tipologie di prestazioni, tra cui visite di chirurgia vascolare, dermatologia, fisiatria, gastroenterologia, oculistica, otorinolaringoiatria, pneumologia, urologia, TAC, risonanze magnetiche, gastroscopie e colonscopie.
Valido dal 1° ottobre 2025 al 30 settembre 2026, rappresenta la prima estensione del progetto anche all’ambito specialistico e diagnostico, dopo le esperienze regionali già attive sulla prescrizione dei farmaci.

 

[11 novembre 2025]

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