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Ospedale di Mirandola, il Santa Maria Bianca si riorganizza: attivate due aree dedicate all’isolamento dei pazienti positivi al Covid

In funzione anche una nuova struttura filtro per il Pronto Soccorso

Prosegue la riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Anche all’Ospedale di Mirandola è stato avviato un potenziamento organizzativo e gestionale, funzionale, in questo particolare periodo di pressione epidemiologica, a garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti positivi del territorio mirandolese e non solo.

La Direzione sanitaria del Santa Maria Bianca ha infatti attivato due aree per l’isolamento di pazienti ricoverati, positivi al Covid. Le due aree, ricavate presso i reparti di Cardiologia e Pneumologia, potranno contare a regime su 26 posti letto.

L'Ospedale di Mirandola


Nuova organizzazione – e relativo potenziamento – anche per quanto riguarda il Pronto Soccorso, dove erano già attivi il pre-triage all’accesso e la separazione dei percorsi con area dedicata all’isolamento dei pazienti con sintomatologia sospetta (ambulatorio codici bianchi e verdi). Dal 2 novembre è inoltre in funzione una nuova sezione del PS definita “area filtro Covid” (ex Middle Care), che può ospitare fino ad 8 pazienti in condizioni stabili, in attesa di ricovero e di tampone, in particolare nell’orario notturno. In questa fase, tale area sarà caratterizzata da locali di osservazione pazienti separati l’uno dall’altro: alcuni accoglieranno in sicurezza pazienti sintomatici, altri quelli asintomatici.

Conseguentemente alla nuova organizzazione, per garantire la sicurezza di tutti, sono state fortemente ridotte le visite ai degenti e saranno consentite solo in casi particolari: il contatto con i familiari potrà avvenire tramite tablet, così come avvenuto durante la prima emergenza.

“L’ ospedale sta nuovamente ‘cambiando pelle’ – dichiarano Giuseppe Licitra e Angelo Vezzosi, rispettivamente direttore medico del Santa Maria Bianca e direttore del Distretto di Mirandola –. Considerato il costante incremento dei pazienti covid necessitanti di ricovero, è stato necessario procedere con questa impegnativa riorganizzazione. L’obiettivo è quello di fornire, all’interno del Santa Maria Bianca, un supporto clinico-assistenziale adeguato al momento epidemico che vive questa provincia. Tutto ciò è possibile grazie al rinnovato ed instancabile impegno dei professionisti e degli operatori sanitari, che continuano a garantire il loro prezioso ed indispensabile contributo. Questo non può che suscitare, in tutti noi, un forte sentimento di orgoglio e gratitudine”.

“Assistiamo ad un ritorno della situazione già vissuta nei mesi scorsi – afferma il Sindaco di Mirandola Alberto Greco –C’è da parte nostra come già più volte manifestato, il pieno sostegno allo sforzo che si sta compiendo, come a tutto il personale sanitario che con impegno indefesso si prodiga per curare quei cittadini che loro malgrado si trovano a dover combattere con il Covid 19. Sono scelte difficili quelle a cui assistiamo in questi giorni, ma se l'obiettivo è trattare i pazienti con la massima sicurezza possibile dal momento del loro ingresso in ospedale, sino all'uscita, dobbiamo anche dare fiducia a chi studia i modelli organizzativi più efficaci. E dobbiamo sempre ricordare che deve coesistere anche l'obiettivo di fare lavorare in sicurezza gli operatori. Con molta probabilità si dovrà affrontare e reggere questa situazione per alcuni mesi e proprio per questo occorrerà farlo con il migliore equilibrio ottenibile. L’ospedale di Mirandola resta determinante per il territorio e questa nuova emergenza lo conferma”.

Allo stesso modo sul territorio è stata avviata una importante riorganizzazione dell’assistenza infermieristica che vede il personale Ausl impegnato non solo nel monitoraggio dei pazienti – sia i cronici sia i positivi al covid - presso il domicilio, ma anche nel supporto alle Case residenza anziani in un momento in cui si è alzato il livello di rischio di contagio. Si sta lavorando, in particolare, per garantire un miglior coordinamento tra tutti i soggetti impegnati nella presa in carico – dai Medici e Pediatri di famiglia alle Usca, alle aree fragili – e offrire così un unico riferimento che riesca ad attivare, in particolare rispetto alla gestione dei pazienti covid, tutta la rete dei servizi già presente sul territorio.

 
 

[5 novembre 2020]

Ultimo aggiornamento: 06 Novembre 2020