Gli specializzandi entrano in Osco e in Medicina Interna per studiare sul campo il sistema di cure intermedie: il progetto Ausl-Unimore per formare i medici di domani

Collaborazione tra la Scuola di specializzazione in Medicina di comunità e cure primarie e il Dipartimento di Medicina Interna e Riabilitazione dell’Ausl: i medici in formazione specialistica del terzo anno protagonisti di un’esperienza professionalizzante nelle strutture al centro del nuovo modello di sanità, sempre più integrato tra ospedale e territorio. Elena Corradini e Fabio Gilioli: “Un percorso che consentirà di perfezionare competenze specifiche, preziose per il futuro di questi professionisti e per migliorare sempre più l’assistenza ai pazienti con bisogni complessi”

 

Nuove strutture per l’assistenza intermedia, tra ospedale e domiciliarità, ma anche figure professionali con competenze sempre più avanzate e integrate. Il recente assetto organizzativo della sanità territoriale non può prescindere dal capitale umano che lavorerà nelle nuove sedi assistenziali e la cui preparazione dev’essere aggiornata sulla base delle mutate necessità di salute dei pazienti, che oggi spesso presentano bisogni complessi e sfaccettati.

 

Per favorire la crescita dei medici di domani in questo sistema di approccio integrato alle cure, l’Azienda USL di Modena e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia hanno dato vita a un progetto di formazione innovativo e che guarda all’oggi e al domani della sanità: dalla collaborazione tra il Dipartimento di Medicina Interna e Riabilitazione diretto dal dottor Fabio Gilioli e la Scuola di specializzazione in Medicina di Comunità e cure primarie coordinata dalla Professoressa Elena Corradini è nato un nuovo percorso sperimentale rivolto agli specializzandi del terzo anno, che entreranno all’interno di Ospedali di Comunità (Osco) e reparti di Medicina Interna, per studiare sul campo il sistema di cure intermedie e il passaggio dalla fase acuta alle nuove strutture assistenziali, con l’obiettivo di mettere in pratica e perfezionare le  competenze specifiche relative alla presa in carico e alla valutazione multidimensionale dei pazienti complessi e con cronicità acquisite durante il percorso formativo specialistico.

(Nella foto: da sininistra Chiara Tagliazucchi, specializzanda; Pier Luca Marazzi, specializzando; Elena Corradini, Coordinatrice Scuola di specializzazione in Medicina di comunità e cure primarie di UNIMORE; Giorgio De Santis, Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia di UNIMORE; Anna Maria Petrini, Direttrice Generale Azienda USL di Modena; Fabio Gilioli, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Riabilitazione Ausl Modena; Lorenzo Rubrigi, specializzando)

Il progetto permetterà al medico in formazione specialistica di fare un’esperienza professionalizzante a 360 gradi, in un’ottica multiprofessionale e multidisciplinare, nei contesti che secondo le indicazioni ministeriali del DM77 rappresentano i pilastri del nuovo modello di organizzazione della sanità territoriale.

Nei mesi scorsi il primo specializzando ha lavorato fianco a fianco prima con gli operatori dell’Osco di Novi e, dal 20 febbraio, si è spostato nel reparto di Medicina Interna dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola diretto dal dottor Gilioli, per un percorso che, una volta a regime, vedrà impegnati ogni anno in OSCO i professionisti in formazione del terzo anno della Scuola.

“È un progetto importante – sottolineano Elena Corradini e Fabio Gilioli –, che vede nella sinergia tra istituzioni il volano per migliorare il livello qualitativo dell’assistenza sul territorio attraverso la formazione di figure mediche sempre più preparate. Gli specializzandi che verranno inseriti in questo percorso avranno modo di acquisire competenze specifiche, gestendo in team con le altre figure professionali i processi di transizione clinica e organizzativa del paziente dal contesto ospedaliero a quello intermedio, come può essere un Osco o un Hospice. Un paziente complesso, con cronicità, che spesso necessita di bisogni che non sono solo di tipo clinico-assistenziale ma anche sociale. La trasversalità delle competenze che lo specialista in medicina di comunità deve possedere è uno dei cardini su cui ruota questa esperienza, che come detto ha come obiettivo ultimo quello di apportare un miglioramento qualitativo dell’assistenza ai pazienti nei diversi contesti”.

Il medico di comunità e delle cure primarie – Nei quattro anni di corso, la Scuola di Specializzazione forma figure mediche con conoscenze teoriche, scientifiche e professionali nei campi della diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie acute e croniche con particolare riferimento al contesto della rete di cure primarie e intermedie. In particolare lo specialista sviluppa conoscenze e competenze professionali specifiche della valutazione multidimensionale dei bisogni di salute, della formulazione di piani assistenziali integrati e della stesura di percorsi assistenziali che consentano di garantire la continuità assistenziale tra diversi ambiti di cura (ospedalieri, territoriali e domiciliari) e tra diversi servizi e competenze professionali.

Gli ambiti specifici di competenza professionale riguardano le cure primarie, la medicina generale, le cure palliative e la gestione e direzione dei servizi territoriali quali Distretti, Servizi o Unità di Cure Primarie e di Medicina di Comunità, Case di comunità, Cure palliative territoriali, strutture residenziali intermedie non ospedaliere e Ospedali di comunità.

69 gruppo 1000

 

[22 marzo 2023]

Questa pagina ti è stata utile? Hai trovato le informazioni che cercavi?

Grazie per il feedback!

feedback
Seleziona un'opzione
Commento
Compila questo campo