Ogni anno 600mila persone contattate per effettuare il test del sangue occulto nelle feci, con l’obiettivo di andare oltre l’attuale 57% di adesioni
Un tempo era tra le regioni italiane a più alta incidenza per i tumori al colon retto. Oggi, grazie principalmente all’attività di prevenzione, l’Emilia-Romagna si colloca al terz’ultimo posto nella scala nazionale per nuovi casi di neoplasia per gli uomini e al quart’ultimo nelle donne. Non solo: è la regione che presenta il tasso di sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, più elevato a livello nazionale: 69%, per entrambi i sessi, come emerge dal recente Rapporto “I numeri del cancro in Italia” curato da Associazione Italiana di Oncologia Medica e Associazione Italiana dei Registri Tumori.
E proprio per continuare a informare e sensibilizzare i cittadini, in occasione del mese di ottobre dedicato alla prevenzione, la Regione è pronta a rilanciare la campagna informativa sullo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del colon retto.
Temi, questi, su cui il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è intervenuto a una tavola rotonda alla Casa della salute di Pieve di Cento, nel bolognese: “In Emilia-Romagna siamo ormai al quindicesimo anno di attività dello screening per i tumori del colon-retto, iniziato su tutto il territorio regionale nel 2005, tra le prime Regioni a farlo in Italia e in Europa. La prevenzione resta ancora uno degli strumenti principali per combattere determinate patologie, e noi intensifichiamo i nostri sforzi: i programmi di screening rappresentano opportunità straordinarie, offerte gratuitamente dal servizio sanitario, ed è fondamentale che tutti le colgano. Dunque – conclude Bonaccini – occorre fare ancora di più per comunicare l’importanza della prevenzione in oncologia, e in particolare per il tumore del colon retto: davvero un semplice gesto, come in questo caso, può salvare la vita”.
In questi anni, infatti, lo screening ha permesso di identificare precocemente molti tumori ancora in fase iniziale e asintomatici, ma anche di rimuovere polipi intestinali a rischio di evoluzione. Tuttavia, i benefici, in termini di salute guadagnata, possono aumentare, considerando che l’adesione all’invito si attesta sul 57%.
“Mentre l’attenzione per i tumori al seno è molto alta nella popolazione, che aderisce in percentuali elevatissime al programma di screening, non così avviene per i tumori del colon retto – ricorda l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi -. Occorre quindi raggiungere la stessa consapevolezza anche per questa patologia. Su questo continuiamo a garantire il nostro impegno, a partire dal rilancio della campagna di informazione e sensibilizzazione, e ci auguriamo che sempre più cittadini rispondano positivamente alla chiamata”.
Il programma di screening regionale
In Emilia-Romagna, ogni anno, sono circa 3.000 le persone che si ammalano di cancro al colon retto, il più diagnosticato negli uomini dopo quello alla prostata e al polmone, mentre per le donne è il secondo, dopo quello alla mammella. Tra le patologie tumorali, rappresenta la seconda causa di morte più frequente: per questo è fondamentale sottoporsi allo screening.
In Emilia-Romagna il programma è iniziato nel 2005 su tutto il territorio regionale. Coinvolge oltre 1 milione e 200mila cittadini, cioè tutti quelli tra i 50 e i 69 anni, che vengono invitati ogni 2 anni a eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Ogni anno, quindi, sono regolarmente convocate 600mila persone. E i dati dimostrano che il test funziona: dopo l’avvio dello screening, si è registrata una diminuzione dei nuovi casidel 30% – e la medesima percentuale di riduzione stimata anche per la mortalità – nonostante quasi la metà non abbia ancora aderito al programma di prevenzione. L’effetto protettivo, per chi si sottopone al controllo, si ripercuote inoltre nelle fasce di età successive: anche tra i 70 e i 79 anni è stata rilevata una diminuzione significativa di casi diagnosticati.
I contenuti della campagna
Dépliant informativi, locandine, 5 miniclip, un video. E, prima di tutto, lo slogan: “È semplice, gratuito e funziona”. Semplice perché si tratta di un esame delle feci, per la ricerca del sangue occulto; gratuito perché è a carico del servizio sanitario regionale; funziona perché dall’anno di avvio del progetto, nel 2005, i nuovi casi di questa patologia sono diminuiti in modo significativo.
“La prevenzione illumina”, ricordano dépliant e locandine, sottolineando l’importanza di prendersi cura della propria salute, anche in assenza di sintomi. Ci sono poi le 5 miniclip, visibili sui social network (in particolare Facebook) e sui canali YouTube, fruibili sul monitor di uno smartphone e della durata di circa 20 secondi; un video più informativo sulla modalità di esecuzione e sulle motivazioni per cui conviene aderire, post e banner indirizzati in particolare alle persone di età tra i 50 e i 69 anni.
Informazioni utili
Chi desidera avere altre informazioni può contattare il numero verde 800 033 033, oppure consultare il portale della sanità regionale nella sezione riservata agli screening oncologici, all’indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/screening/ dove è contenuto anche il materiale della campagna ed è possibile trovare i recapiti e l’e-mail del servizio screening della propria Azienda Usl.
[14 ottobre 2019]