Ritiro sociale: che cos’è e come riconoscerlo

Il ritiro sociale è oggi una manifestazione di sofferenza sempre più diffusa tra gli adolescenti.
Si tratta di un fenomeno molto complesso che, se inizialmente ha coinvolto i giovani in Giappone, dove il fenomeno degli Hikikomori (dal giapponese: HIKU tirarsi indietro + KOMORU ritirarsi, isolarsi) ha assunto dimensioni quasi epidemiologiche, rappresenta ormai anche in Europa e in Italia uno tra i disagi psicologici attuali, legati alla crisi evolutiva adolescenziale.

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Il fenomeno del ritiro sociale riguarda quegli adolescenti che tendono a ridurre sempre più le relazioni amicali e nel tempo anche la frequentazione dei contesti sociali e scolastici per arrivare, talvolta, a rinchiudersi nella loro stanza. I contatti con persone reali sono spesso sostituiti con una frenetica attività sul web che include la dedizione a videogiochi, la visione di film, una serie di contatti virtuali.
In alcuni casi il ritmo sonno-veglia viene invertito, per cui i ragazzi dormono di giorno e rimangono svegli la notte.

Il ritiro può essere accompagnato da vissuti di vergogna e di impotenza, nei confronti dei coetanei e soprattutto del proprio sé corporeo. La stanza in cui si rifugiano funge, da un lato, come luogo di protezione rispetto alle esperienze concrete, dall’altro, come campo di sperimentazione di sé in rete.

Accanto all’isolamento sociale, che rimane comunque uno dei sintomi principali e che può manifestarsi in un continuum che va da comportamenti di ritiro ad un completo abbandono della vita sociale e scolastica, possono manifestarsi anche segnali di questo tipo:

  • sintomi psicosomatici (es. mal di testa, mal di pancia etc..)
  • fobia scolare
  • assenze ripetute e o Abbandono scolastico
  • manie di persecuzione
  • evitare di situazioni di interazioni sociali e familiari
  • stanchezza
  • umore depresso
  • rabbia

>> Scarica il Progetto RI-SO a.s. 2023-2024

RI-SO è un progetto di prevenzione selettiva finalizzato all’intercettazione precoce del ritiro sociale nella fascia di età 11 – 19 anni (scuola secondaria di primo e secondo grado). Il progetto è realizzato dalla U.O. Centro Adolescenza del Servizio di Psicologia (Dipartimento Cure Primarie) ed è promosso dal tavolo della prevenzione della AUSL di Modena. E’ al suo terzo anno di attività. La realizzazione del progetto è affidata a tre psicologhe che progettano e attuano sia attività di sensibilizzazione, sia consulenze a insegnanti, psicologi scolastici, operatori socio-sanitari, educatori e genitori, su situazioni a rischio di ritiro sociale

1. AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE PROVINCIALE
Webinar e incontri on-line per sensibilizzare insegnanti, famiglie, psicologi sportelli scolastici, operatori sociali e sanitari ed educatori sul tema.

2. AZIONE DI PREVENZIONE E INTERCETTAZIONE DISTRETTUALE
Webinar rivolto agli insegnanti, ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ai servizi sociali e a tutti i i professionisti con l’obiettivo di individuare un paio di insegnanti referenti di ciascuna scuola che aderisce al progetto, avere un vademecum degli eventi sentinella e stabilire le prassi interne/esterne alla scuola in caso di ritiro anche promuovendo il lavoro d’equipe. Un’equipe dedicata che avrà il compito di:
– promuovere azioni di sensibilizzazione sul fenomeno rivolte alle scuole, ai servizi sanitari e territoriali ed alla cittadinanza
– sostenere la rete interna alla scuola attraverso una consulenza mirata a fornire strumenti specifici per rilevare gli eventi sentinella e indicazioni per le azioni da attuare
– facilitare la connessione tra scuola, risorse sanitarie, sociali ed educative del territorio anche attraverso la costruzione di prassi condivise
– mappare il fenomeno nella provincia di Modena attraverso la raccolta di dati relativi a studenti a rischio o che vivono già una condizione di ritiro

3. AZIONE CLINICA: CONSULENZA DISTRETTUALE E NELLE SINGOLE SCUOLE
Una consulenza che può essere descritta come un intervento mirato in specifiche situazioni per individuare e definire strategie di gestione efficaci e, dove necessario, attivare e/o supportare la rete del territorio. La psicologa dell’equipe RI-SO, presente su ciascun distretto, diventa il punto di riferimento per le scuole facilitando – ove necessario – il contatto con i servizi sociali e sanitari.
Obiettivo: una volta rilevate le situazioni a rischio (es. a scuola, in famiglia, nei contesti di aggregazione ecc..) è fondamentale intervenire precocemente per sostenere non soltanto l’adolescente, ma anche la famiglia e il contesto scuola e la famiglia.

Lo psicologo del progetto si occupa di attività di consulenza rivolte a genitori, educatori, insegnanti ed operatori socio-sanitari che intercettano situazioni a rischio di ritiro sociale:

>> AMBITO SCOLASTICO
– sostegno alla scuola per la costruzione di buone prassi interne utili alla gestione dei casi individuati a rischio ritiro
– consulenza ai singoli ragazzi a rischio ritiro, agli insegnanti e agli operatori interni alla scuola
– crea la rete tra la scuola e le risorse sanitarie, sociali ed educative del territorio

>> AMBITO FAMILIARE
– promuove gruppi psico-educativi e/o laboratoriali rivolti ai ragazzi e ai genitori
– consulenza ai genitori degli adolescenti, individuati dalla scuola, che sono a rischio ritiro sociale
– crea dei gruppi rivolti ai genitori di ragazzi a rischio ritiro

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