Le metodiche non farmacologiche di controllo del dolore in travaglio

Il sostegno emotivo

Caratteristica principale del sostegno è l’impegno a non lasciare mai sola la donna, durante il travaglio e il parto. Per “sostegno” si intende:
– il sostegno relazionale tramite l’ascolto e l’accoglienza
– il sostegno emozionale attraverso l’incoraggiamento, la rassicurazione e la presenza fisica costante
– il sostegno informativo che prevede l’informazione completa e la libertà di scelta
– il sostegno fisico caratterizzato dal contatto fisico, dai massaggi, dagli impacchi e dall’alimentazione
– il sostegno difensivo ovvero l’interpretazione dei desideri e dei bisogni della donna Nella pratica ostetrica il sostegno si concretizza nella relazione terapeutica che vuole accogliere, contenere e, al bisogno, guidare la donna e la coppia nel percorso del parto e, più in generale, della maternità e della paternità.

Il movimento e le posizioni libere

L’indispensabile risposta fisiologica al dolore è il movimento. La percezione del dolore in travaglio può essere ridotta dal movimento e dal cambio delle posizioni, che spesso vengono scelte istintivamente. La libertà di movimento permette alla donna di assumere istintivamente le posizioni più confortevoli, quelle di minor resistenza e compressione: mentre protegge se stessa guida il feto nella correzione di mal posizioni, riduce l’eccessiva compressione dell’estremo cefalico e diminuisce lo stress fetale. Non esiste una posizione corretta o perfetta che la donna può assumere durante il travaglio e durante il parto. La posizione ha però un ruolo importante per favorire la normale progressione del travaglio. La postura interviene sulla frequenza, l’intensità e la durata delle contrazioni uterine, ha effetto sulla forza di gravità, condiziona l’allineamento delle ossa pelviche e del canale del parto, interferisce con l’ossigenazione fetale, modifica la sensazione dolorosa provata dalla donna e condiziona lo stato psichico della partoriente. Poter scegliere la posizione più comoda riduce il dolore, il disagio e sottolinea che la donna è la principale e attiva protagonista del parto. E’ importante che i suoi desideri vengono rispettati e accolti.

L’acqua

L’immersione nell’acqua induce l’affidamento e l’abbandono, produce l’intimità necessaria all’apertura emozionale e fisica; scioglie le tensioni muscolari e dà maggiore libertà di movimento nell’assunzione delle posizioni. In vasca il travaglio diventa più facile, più efficace e meno doloroso perché il peso del corpo è minore, il calore dell’acqua riduce la secrezione di adrenalina, aumenta la produzione di endorfine, rilassa i muscoli e crea una condizione mentale di relax. Anche una doccia calda riduce la tensione muscolare, contribuendo perciò a ridurre il dolore.

L’aromaterapia

Utilizzare gli oli essenziali nel delicato momento della gravidanza e quando si incontra il proprio bambino è una pratica di cura e crescita personale, e che richiede una formazione specifica e conoscenza
profonda degli oli.

L’aromaterapia ha numerosi pregi, tra i quali tenere sotto controllo i livelli di stress, favorire rilassamento e serenità, ridurre l’ansia, l’agitazione e l’apprensione che possono insorgere sia durante i nove
mesi di attesa che nel momento del parto, sia nelle prime settimane di vita del bambino. L’utilizzo degli oli essenziali consente di incrementare il benessere generale, fisico e psichico, e di rafforzare la fiducia nelle proprie capacità.

Anche alcuni disturbi legati alla gravidanza possono essere ridotti grazie al ricorso all’aromaterapia: alcuni oli facilitano il sonno e il riposo, altri prevengono le smagliature e altri ancora consentono un miglior circolo venoso e linfatico, altri consentono una miglior preparazione del perineo e della muscolatura pelvica, etc.
Un valore aggiunto del ricorso all’aromaterapia è il coinvolgimento del partner, che può sentirsi maggiormente partecipe nel momento della gravidanza e del parto attraverso la realizzazione di massaggi, compresse
aromatiche, preparazioni di bagni e semicupi, ritrovando il piacere dell’essere protagonista sostenendo la propria compagna.

Considerando che la gravidanza e il parto sono fenomeni fisiologici o tutt’al più parafisiologici si dovrebbe cercare di avere un atteggiamento relativo in questo senso, mettendo il neonato e la neomamma nelle
condizioni migliori per espletare quello che la natura porta avanti da sempre per loro: mettere al mondo una nuova vita. Se l’entrata del neonato in questo mondo avverrà in un ambiente sereno, profumato, accogliente e quindi “pulito”, la sua esistenza ne gioverà per sempre.

La respirazione

La respirazione è la prima funzione vitale, è ritmo, movimento, salute. Per anni abbiamo sentito che bisogna imparare a respirare per poter condurre un parto indolore. In realtà, oggi sappiamo che la respirazione antidolore non esiste e che respirare in modo forzato durante le contrazioni è persino controproducente: applicare una respirazione innaturale e complessa comporta una costante sorveglianza razionale durante il travaglio, che complica anzichè facilitare il processo. Inoltre, l’eccesso innaturale nel ritmo del respiro (il cosiddetto “cagnolino”) può portare all’iperventilazione, che non è affatto una sensazione benefica, anzi, amplifica l’ansia. E’ vero, il respiro corretto è tutto durante il travaglio ma per respirare in modo corretto non si intende imparare una tecnica o un metodo. La respirazione corretta è la respirazione spontanea, quella che possiamo osservare nei nostri bambini e che noi abbiamo dimenticato. Un bambino quando respira (osservatelo) ha la pancia che si muove su e giù, l’inspirazione e l’espirazione sono profonde, addominali: i polmoni si svuotano e si riempiono completamente ad ogni respiro. Gli adulti perlopiù respirano superficialmente, senza arrivare ad utilizzare l’addome ma solo il petto e quindi non utilizzano appieno la capacità dei polmoni, il respiro è più veloce e meno profondo. Ecco, per il parto è bene imparare nuovamente la respirazione addominale. Non solo ossigena meglio i tessuti, ma il rallentamento del ritmo del respiro ha, questo sì, una valenza antidolorifica. Imparare a dominare il respiro è fondamentale per non farsi prendere dal panico e reagire alle contrazioni riprendendo il controllo del proprio corpo. In particolare, controllare l’espirazione, prolungandola per modulare la fuoriuscita dell’aria, è prezioso per la fase espulsiva. Infatti, più che spingere, meglio sarebbe “espirare” fuori il bambino. La maggiore dolcezza ed il più efficace controllo della forza che permette l’espirazione rispetto alla spinta ci permette infatti di evitare lacerazioni perineali e garantisce migliore apporto di ossigeno al bambino durante la nascita. Per il parto, imparare a respirare profondamente significa anche imparare a controllare il diaframma, la cui apertura è correlata con l’apertura dell’anello pelvico e quindi della vagina. Ciò significa che se imparo a rilassare questi muscoli, avrò un parto spontaneo più facile perché la testa del bambino incontrerà minori resistenze a livello della muscolatura materna. Prolungare la fase di espirazione ha un profondo potete calmante, con la secrezione di endorfine ed il crollo dell’adrenalina in circolo, che è funzionale per controllare il dolore e per indurre una sorta di trance e concentrazione estatica.

Il rilassamento

Il rilassamento nelle pause ti da la forza di affrontare la contrazione successiva e produce endorfine, toglie le tensioni dal corpo, favorisce il recupero delle energie, attiva l’istinto e incentiva il contatto interiore con il bambino.

La musica

La musica, specialmente se scelta da te, diminuisce l’ansia, riduce lo stress e potenzia altre tecniche di rilassamento

L’ambiente circostante

L’intimità dell’ambiente è indispensabile al buon svolgimento del travaglio. Il parto, per la presenza degli stessi ormoni, ha un ritmo simile ad un atto sessuale. Per poterti lasciare andare, in questo caso lasciar andare il bambino, hai assoluto bisogno di intimità, di sentirti accettata, rispettata, amata.

Impacchi caldi

Le applicazioni di caldo hanno una azione simile al massaggio sulle terminazione nervose, in più sciolgono le contratture muscolari e i legamenti della pelvi.  L’applicazione può essere umida (acqua, impacchi, ecc) oppure asciutta (borse dell’acqua calda) se il dolore è soffuso, superficiale e costante. L’acqua calda abbassa i livelli di adrenalina, favorendo la produzione di endorfine e aiutando a riprendersi dal dolore.

L’idropuntura

L’idropuntura è un’iniezione sottocutanea conalcuni cc di soluzione fisiologica in punti dislocati lungo i meridiani energetici secondo la medicina tradizionale cinese. Il liquido sotto pelle crea una pressione su determinate zone, come un massaggio, e va a ridurre il dolore. Un metodo completamente sicuro e privo di effetti collaterali che aiuta le donne a vivere meglio il parto e aiuta le ostetriche a gestire meglio i vari momenti legati al parto.

La digitopressione

La digitopressione è una tecnica manuale della medicina tradizionale cinese, che prevede un massaggio in diversi punti del corpo a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Il corpo umano è percorso, oltre che dai vasi sanguigni e linfatici, anche da canali energetici (meridiani), che trasportano l’energia attraverso il corpo. Lungo questi meridiani sono localizzati all’incirca 600 punti, ciascuno dei quali corrisponde ad un organo o a un distretto corporeo e ogni punto viene indicato con una lettera (corrispondente al meridiano su cui si trova) e un numero. La digitopressione libera l’energia, le cui funzioni sono: trasformare, trasportare, trattenere, far salire, proteggere e riscaldare poiché l’energia in medicina tradizionale cinese è un’essenza raffinata prodotta dagli organi interni per nutrire il corpo e la mente, ma indica anche l’attività funzionale degli organi interni stessi. Nel caso specifico del dolore durante il travaglio alcuni dei punti di pressione interessati sono il dorso della mano, la parte interna della gamba vicino alla caviglia e nel punto sacro.

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