Dalla violenza puoi uscire: un dépliant informativo in sei lingue realizzato dalla Regione
Uno opuscolo per sensibilizzare le persone sulla violenza di genere, utile alle donne per prendere consapevolezza su cos’è la violenza, come si manifesta e come può essere riconosciuta e, nello stesso tempo, in grado di dare indicazioni per accedere ai servizi che forniscono assistenza e supporto.
Realizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Anci Emilia-Romagna, dopo un percorso sperimentale di sensibilizzazione sulla violenza di genere promosso lo scorso anno presso alcuni centri interculturali del territorio, e tradotto e disponibile in sei lingue: italiano, inglese, francese, arabo, romeno, urdu e albanese.
Accedi alla pagina dedicata in cui consultare i materiali tradotti
L’art. 3 della Convenzione di Istanbul del 2011 definisce la violenza contro le donne come “una violazione dei diritti umani e una discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà sia nella vita pubblica che nella vita privata.”
In Italia, il fenomeno della violenza riguarda una donna su tre, e il maltrattamento avviene spesso per opera del partner o dell’ex partner.
Come riconoscere la violenza contro le donne per poter chiedere aiuto
Esistono diversi tipi di violenza:
- violenza fisica: qualsiasi gesto che intende far male o a spaventare inteso sia come un aggressione fisica che causa ferite tali da richiedere un aiuto medico d’urgenza, ma anche come il contatto fisico che ha l’intento di creare un vero e proprio clima di terrore come, ad esempio, spingere, afferrare, torcere le braccia, schiaffeggiare, mordere, pizzicare, prendere a calci, tirare i capelli, prendere per il collo etc.
- violenza psicologica: minacce e ricatti alla donna o ai suoi figli, umiliazioni pubbliche o private, insulti, controllare e imporre decisioni e scelte, ridicolizzare etc
- violenza sessuale: ogni forma di imposizione nel coinvolgimento in attività sessuali. La violenza sessuale può avvenire anche in un rapporto di coppia esistente, quando alla donna vengono imposti dei rapporti sessuali contro la sua volontà ricorrendo all’uso della forza fisica o di ricatti psicologici. Questo tipo di violenza comprende anche il mettere in ridicolo i comportamenti sessuali della donna e le sue reazioni, il fare pressioni per l’utilizzo o la produzione di materiale pornografico, la costrizione a rapporti con altre persone;
- violenza economica: una serie di azioni e fatti che direttamente o indirettamente costringono o contribuiscono a mantenere una donna in una situazione di dipendenza economica, anche attraverso i ricatti, quando non ha i mezzi economici sufficienti per sé e/o per i propri figli;
- stalking: è una vera e propria forma di persecuzione prolungata nel tempo che fa sentire la vittima controllata, in uno stato di tensione e di pericolo costante. In genere avviene al termine di una relazione o nel caso in cui non si siano ricambiati i sentimenti. Si manifesta con telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, pedinamenti, appostamenti, intrusioni nella vita lavorativa e in quella privata, insulti etc.;
- violenza assistita: questo termine è utilizzato soprattutto in riferimento ai minori che assistono alla violenza. Riguarda quelle situazioni in cui bambini/e o adolescenti assistono ad un episodio di violenza fisica, verbale, psicologica o sessuale compiute su persone di riferimento o comunque significative, siano esse adulte che minori.
L’impegno dell’Ausl di Modena per contrastare la violenza contro le donne
1) All’interno dei Pronto Soccorso degli ospedali, contesto sanitario che incontra più frequentemente il maggior numero di donne vittime di violenza, ci sono specifici percorsi di “triage” per le donne che accedono per ricevere assistenza legata a problematiche di violenza domestica.
I professionisti che lavorano in Pronto Soccorso, considerato che molte donne fanno fatica a parlare di ciò che hanno subito per vergogna o per timore di non essere credute, sono formati per riconoscere anche la violenza non esplicitata e sono in grado di accompagnare la persona a identificarla e comunicarla, fornendo anche informazioni utili sui servizi/associazioni del territorio che possono aiutarle ad uscire da situazioni di violenza.
2) Nei Consultori familiari lavorano equipe di professionisti multidisciplinari, formate da medici, ostetriche e psicologhe che, tra le varie attività, si occupano anche della presa in carico delle donne che richiedono di attivare un percorso di supporto per uscire da situazioni di violenza in raccordo con la rete territoriale provinciale.
Inoltre presso i consultori, dato che violenza è molto frequente anche in gravidanza e incide profondamente sullo stato di salute e sul benessere della madre e del neonato, ginecologo e ostetrica eseguono uno screening proponendo alla donna incinta alcune semplici domande ad ogni trimestre di gravidanza e nel successivo periodo post parto.
3) I professionisti degli Spazi giovani, servizi presenti nei consultori familiari riservati alle ragazze e ai ragazzi dai 14 ai 19 anni, insieme ad altre istituzioni/associazioni territoriali, si occupano di attività di prevenzione della violenza realizzando, nelle scuole della provincia, percorsi di informazione, formazione e sensibilizzazione sull’importanza di adeguate relazioni affettive tra i bambini/e, ragazzi/e e sulla necessaria parità tra i generi.
4) I professionisti del Centro LDV – Centro di accompagnamento al cambiamento per uomini si occupano della presa in carico degli uomini maltrattanti.